È un fenomeno sempre più diffuso quello del cyberbullismo che, oltre a non accennare ad attenuarsi, sembra anzi crescere in modo costante nel corso degli anni. Il termine è volutamente vago e va a includere tutti gli atti aggressivi o molesti compiuti tramite strumenti telematici come forum, email, blog ma soprattutto social network.

Tra le pratiche più diffuse di cyberbullismo le più ricorrenti sono indubbiamente quelle che ricorrono a insulti, messaggi violenti, messaggi volti a diffondere informazioni false e danneggiare la reputazione del soggetto e furti di identità. Ad esserne colpiti in Italia sembrano i ragazzi, più che le ragazze, ma la situazione è diversa in altri paesi.

Non meno minaccioso del bullismo tradizionale, il cyberbullismo può avere effetti negativi anche seri sulla salute dei soggetti che lo subiscono. Secondo uno studio della University of Alberta ci sarebbe una correlazione tra cyberbullismo e problemi psicologici quali ansia e depressione. Sebbene, come affermano gli esperti stessi, i dati raccolti non siano sufficienti a far luce sulla vera natura di questo nesso (è davvero il cyberbullismo a generare depressione o sono i soggetti più solitari e introversi a configurarsi come vittime ideali di questi attacchi?), la portata del fenomeno è chiara e richiede maggiori attenzioni da parte delle istituzioni.

Per far fronte allo spiacevole fenomeno, che purtroppo non manca di registrare casi di giovanissimi suicidi, l’Associazione Italiana Genitori (Age), grazie al supporto della Confederazione delle Organizzazioni Familiari nell’Unione Europea, ha recentemente lanciato la versione italiana dell’applicazione per smartphone Deletecyberbullying, già testata in paesi come Francia, Belgio, Regno Unito, Spagna, Danimarca, Finlandia, Germania e altri. L’applicazione è pensata per studenti, docenti e genitori ed è volta a prevenire, segnalare e contrastare i casi di cyberbullismo.

SocialMeter Analysis ha monitorato i tweet sull’argomento a partire dal 12 giugno, grazie agli hashtag #cyberbullismo, #cyberbully e #bullismo. In circa un mese di monitoraggio sono stati raccolti un totale di 15.242 tweet e 583 immagini, postati da 11.284 utenti principalmente in lingua inglese e italiana. Nel corso delle settimane, gli hashtag si sono alternati mantenendo un andamento piuttosto costante e registrando qualche picco qua e là, come quello registrato il 10 luglio alle ore 8 dall’hashtag #cyberbully. Nel complesso, i tre hashtag monitorati si sono così ripartiti lo spazio in rete: #cyberbully è stato il più usato (60,5%), seguito da #bullismo (34,5%) e da #cyberbullismo (4,9%). Gli utenti più attivi sono stati @Parliamotutto, @JoeAccardi, @PugliaTweets e @laughingdaquini, mentre i più menzionati sono stati @telefonoazzurro, @carmeloabbate, @laughingdaquini e @NichiVendola

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